Ambientazione nel Montefeltro
«Eravamo stati attorniati per mesi da notizie terribili e lontane, guerre, rivolte e malattie, ma ci eravamo sempre sentiti in una botte di ferro. Il grande punto interrogativo riflesso, formato dagli Appennini, con il riccio chiuso sulla costa fino allo strapiombo di Gradara, con il mare a Oriente e a Sud i terremoti... ci isolava e proteggeva. Nessuno aveva avuto il coraggio di mettere in dubbio il dogma, e ci eravamo sentiti tanto al sicuro che, al Trebbio della Sconfitta, facevamo perfino gli spavaldi.»
Ringraziamo sentitamente Luca Tassi ( https://www.lucatassi.it ), autore della bellissima fotografia delle colline marchigiane sotto un cielo apocalittico riprodotta nel risguardo di copertina
È qui che fanno base quattro stranieri con i loro traffici misteriosi.
Troveremo le colline digradanti verso il mare, i palazzi antichi, i borghi microscopici, le figure tipiche di paese, lo spostarsi tra città vicine mentre all’orizzonte si gonfia la nube nera della peste. I nomi delle persone e i loro cognomi sono basati territorialmente e affondano nella storia del ducato. I cibi e le bevande sono quelle della tradizione, ma il tutto si ammanta del fascino di un giardino segreto senza bozzettismo, grazie a scelte lessicali che fanno sentire il lettore fuori dal tempo e dallo spazio.
La MalaDanza si balla ai giorni nostri ma il fax è un “messaggio teletrasmesso”, il bus si chiama “torpedone”, il computer portatile è un “macinino scassato” dove seguire storie di casalinghe ed idraulici. Va in scena la realtà ma trasfigurata come in una favola antica.